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TRA MIGLIAIA DI SILENZI – Intervista ai Genoma Music Project

 

 

A cura di Riccardo Gramazio_Ricky Rage

L’arrivo della cantante e autrice Marcella Sebastiani ha rimesso in pista il discorso intrapreso dai ravennati Genoma, fermi purtroppo da un po’ di tempo. Genoma Music Project, allora, il nuovo e definitivo marchio. La brava vocalist e gli storici fondatori Nicola Farolfi ed Enrico Coari, rispettivamente bassista e tastierista della band, ci regalano una produzione elegante e raffinata, tanto vicina al cantautorato quanto all’elettropop. Tra Migliaia Di Silenzi è un lavoro libero, piuttosto lontano dagli schemi e di non semplice collocazione. Una dedica intima e al contempo urgente, indirizzata agli ultimi, se vogliamo, a coloro che rischiano quotidianamente di essere risucchiati dai silenzi e dai disagi. Non resta che parlare di tutto con i diretti interessati, che ci hanno gentilmente concesso questa lunga e interessante intervista.

Ciao, ragazzi. Prima domanda dedicata alla presentazione della band e del progetto. Chi siete e che cosa fate?

Nicola: Ciao MDN, sono Nicola, bassista e co-fondatore dei Genoma. Della band originaria, che si è formata nel 2016, siamo rimasti io ed Enrico, il tastierista. Nel Settembre del 2020 Enrico mi ha proposto Marcella come potenziale nuova cantante/autrice della formazione. Io ero favorevole all’idea perché l’avevo conosciuta quando loro due suonavano insieme in una cover band. Ma dopo la prima registrazione (Innocenza) ho avuto la certezza che fossimo sulla strada giusta.

Enrico: Quel settembre ho mandato un messaggio a Marcella chiedendole se fosse interessata a collaborare con noi nei Genoma Music Project. Io avevo parecchio materiale pronto e gliene ho passato un po’. Lei era titubante e intimorita all’inizio, ma poi si è immersa totalmente nella parte.

Marcella: Intimorita? Ero proprio impaurita: sarei stata capace? Da dove iniziare? Ma le atmosfere e il mood dei brani hanno risvegliato in me talmente tante idee sopite, che mi sono fatta coraggio e ho accettato. Ero affascinata anche dal nome della band perché mi dava l’idea di una carta bianca su cui scrivere, inserita in un contesto autentico, unico. Genoma è l’insieme dei geni di un essere vivente, autosufficiente e completo, ma sezionabile e manipolabile, saldo e al contempo fragile, se lasciato nelle mani sbagliate. E allora ho pensato: lasciati andare, Marcella, e non fare raffronti, parti da zero e vedi semplicemente cosa ne verrà fuori…

Ho ascoltato il vostro Tra Migliaia Di Silenzi, disco nato nel bel mezzo della pandemia e, per forza di cose, emotivamente molto carico. Credo che il disagio generale degli ultimi anni abbia influito parecchio sulla scrittura e amplificato le sensazioni. Soltanto una mia impressione o siete d’accordo?

Marcella: Sì, sono in buona parte d’accordo: la pandemia non ha fatto che amplificare i sodalizi, ma anche le problematiche. Quello che funziona si vede e si palesa, viene postato, pubblicato, celebrato, ammirato, ma il negativo che si consuma tra migliaia di silenzi è di gran lunga più impattante e difficile da stanare. Il lockdown è stato una causa scatenante, ma non la sola leva per la composizione dei nostri brani. I brani contengono anni di conoscenza, osservazione, ricordo, esperienza, vite vissute, spesso più concrete e vicine di quanto si possa pensare. La volontà di dare voce agli inascoltati è una prerogativa che parte prima ancora della pandemia nella mia scrittura, perché ho bisogno di sentirmi un Essere Umano e la musica dei Genoma me lo permette.

Il titolo dell’album porta in qualche modo a pensare anche alla solitudine, o meglio, all’altissima probabilità di essere inghiottiti dai silenzi del mondo. Cosa potete dirmi a riguardo?

Marcella: Il non detto, il trascurato, la violenza fisica e psicologica, lo scherno, il precipitare in abissi senza avere una mano che ti aiuti, il bullismo, la schiavitù, la vecchiaia in solitudine sono tutti aspetti che non conoscono momenti di pausa, purtroppo. Spesso la solidarietà e la vicinanza partono proprio da chi ha poco e nulla oppure da chi ha provato lo stesso dolore. E questo fa pensare. Ero poco più che un’adolescente quando vidi al cinema La Leggenda Del Re Pescatore, un film visionario e poetico, che ha acuito il mio senso di comprensione dell’altro. Uno dei due protagonisti era un medico (un grandissimo Robin Williams), che per una serie di motivi finisce in strada, in una America senza scrupoli né buon senso. Nessuno conoscerà la sua tristissima storia se non si fermerà ad ascoltarla. Qualcuno lo farà (Jeff Bridges) in quanto, per certi aspetti, “disperato” come lui. Ecco quello manca a questa società: l’ascolto. L’altruismo, l’empatia, l’attenzione, il rispetto per la diversità sono valori che noi potremmo coltivare nel nostro quotidiano ma ci rifiutiamo di farlo perché non siamo stati educati a perseguirli. Ci inculcano invece la competizione, il doverci distinguere, l’ostentazione. E i più sfortunati sono condannati all’alienazione e all’oblio. Tutti guardano tutti, tutti ammirano o disprezzano tutti, ma nessuno ascolta nessuno.

L’album ha una natura cantautorale, raffinata, elegante e ricercata. I testi tuttavia sono accompagnati da sonorità riconducibili all’elettropop o al pop rock alternativo. Quando avete trovato la strada giusta?

Enrico: La strada, se è giusta ancora non so, è stata la conseguenza di un percorso condiviso fin da subito e che ci ha restituito delle emozioni inaspettate

Nicola: Non mi piace etichettarmi in un genere, suoniamo, e quello che ne esce mi piace, l’importante è che il pezzo giri e ci piaccia

Marcella: Io sono l’ultima arrivata, ma sai che per me è davvero stato tutto naturale? A parte il fatto che tutti e tre abbiamo più o meno gli stessi retaggi musicali, l’elemento in più è che la musica di Enrico è suggestiva e coraggiosa…lui sa prendersi i suoi spazi, anche i suoi vuoti, le sue pause, senza preoccuparsi dell’aspetto commerciale. Un’intro che necessita di un minuto per sviluppare un crescendo emotivo durerà un minuto, anche se poco radiofonico. E io ho la stessa idea di scrittura perché la canzone è per me un insieme di immagini, intuizioni, racconti, emozioni, di scene, di sentimenti che hanno bisogno dei loro tempi e della loro verità. Se questa è la strada giusta non saprei dirti, ma per noi è l’unica che ci è venuta spontanea.

Chi si occupa della scrittura del materiale?

Marcella: Scrivo i testi dei brani e ne compongo la melodia. In entrambi i casi tutto parte dalla musica, dal mood e dall’intenzione del brano. Ma, ed è questa la magia, il mio cantautorato trova sempre in quei suoni il suo alter-ego musicale. Soprattutto se vuole essere temerario e poco scontato.

Veniamo alle canzoni. Undici brani ben eseguiti, per nulla ovvi, ma al contempo accessibili. Difficile riassumere davvero i contenuti di Tra Migliaia Di Silenzi. Provate a farlo voi, se possibile..

Marcella: Nuda: autobiografico, parla del momento in cui non ci si sente più “infangati” dal giudizio altrui e in cui si iniziano a scegliere le persone giuste accanto, ossia quelle che non ti colpiscono soprattutto quando sei emotivamente scoperto.

Come quando fuori piove: nasce dal senso di sconfitta e di solitudine che si genera da un tradimento di un amore o una amicizia importante. Quando ti ricordi chi sei e riprendi ad amarti davvero, nulla potrà intaccare le costellazioni del tuo cielo, anche se potrà modificare i segni sul tuo viso.

Tra migliaia di silenzi: Li chiamano Hikikomori: sono ragazzi (soprattutto) che si ritirano dalla società e si auto-escludono dal mondo esterno, rifuggendo anche dalla luce del sole. La mia chiave di lettura, visto che ho assistito da vicino un malessere molto simile a questo, è che questa scelta estrema sia il loro modo per tutelarsi e proteggere il proprio candore da un mondo di corruzione e di mera apparenza e avidità.

Elisa e Federico nasce da una storia vera raccontata in “Amori criminali” e immagina il dialogo tra Elisa ormai morta e il suo carnefice, Federico, mentre guida la macchina verso il posto in cui si toglierà la vita. Musica cupa e ossessiva, oltre all’escalation della rabbia, al dolore, alla follia della gelosia e della privazione, trova spazio anche il riscatto morale e la voce della vittima, con una parte conclusiva “confortante”, per quanto drammatica.

21 Agosto: E’ una canzone sull’amore, quello che cammina al tuo fianco senza sopraffare o condizionare, quello che incontri solo quando hai trovato un buon equilibrio con te stesso. “L’Amore viaggia su vele distinte, ma non si tiene mai troppo distante”.

Your only brother: Ispirato dalla morte dell’ennesimo Indio nella totale indifferenza di molti. Se non si inizia ad uscire da quel recinto costruito intorno alla propria comfort zone, se si chiudono gli occhi e le orecchie davanti alle notizie che creano disagio e sconforto, non si fa altro che perdere l’essenza dell’Essere “Umani” e, alimentare con il proprio disinteresse, la rete di omertà e violenza.

Il Narcisista: e hai avuto a che fare con una personalità di questo tipo conosci bene la sua capacità di manipolare psicologicamente chi gli sta accanto, pur apparendo sempre dalla parte della ragione. Affabile e adulatore, nasconde un carattere instabile, autocelebrativo e mancando di autostima, cerca di rubare energia e sicurezza agli altri per sentirsi migliore.

E troppo che mi aspetti: Spesso si convive da separati, senza neppure realizzarne la frustrazione fino in fondo, e affidando sempre la responsabilità della propria infelicità all’altro. Fermarsi, mettere da parte l’orgoglio, provare a lottare per quel sentimento oppure separarsi con affetto sembra essere improponibile…ma sarebbe la cosa più sana da fare…

Ninna nanna Didi: Il lusso di avere una infanzia. Dedicata alla nascita della mia nipotina, l’augurio per Diletta è che si goda appieno la favola dell’infanzia e dell’adolescenza, come il periodo più bello e formativo. Anche se crescendo dovrà realizzare che principi, animali parlanti e fate non faranno parte del suo mondo esterno, potrà sempre sentirli come legame con la sua bimba interiore.

Amiche da sempre: Anni ‘80, motorino senza casco, la musica dei cantautori americani, falò sulla spiaggia a suon di chitarra, chiacchierate interminabili al telefono, empatia, assenza di pregiudizio sociale, amore incondizionato: ci vuole poco per essere veri amici e contenti!

Innocenza: quell’angolo puro e incolpevole che ognuno di noi custodisce in fondo all’anima è un bene prezioso che tendiamo a perdere di vista. La canzone ha trovato inizialmente ispirazione mentre osservavo l’ingenuità e la dolcezza del nostro piccolo gattino Miko, che portato via dalla mamma per essere adottato, riesce a fidarsi di noi e a giocare sereno, dopo i primi momenti di incertezza. Gli animali sono sempre un esempio di innocenza perché puri, perché non conoscono né possono prevedere i peggiori lati della psiche umana.

Ho trovato davvero interessante l’utilizzo dei vari sintetizzatori, inseriti perfettamente nei vari contesti. In studio ci si diverte, chiaro, ma poi è necessario portare a casa il risultato. Quanto tempo ha impiegato Enrico Coari per trovare le chiavi giuste?

Enrico: Il tempo non è stato molto, io penso che le intuizioni possano fin da subito farci capire se funzionano oppure no, la mia grande fortuna è che ascolto molte cose e ho l’abitudine di farmi ancora trasportare da alcune produzioni trasversali…

Come Quando Fuori Piove è il primo singolo estratto. Perché questa scelta?

Cpfp è una canzone intima e intimista in cui pensiamo sia abbastanza immediato riconoscersi. La sua struttura musicale peraltro è più “tradizionale” rispetto ad altri nostri brani, è una ballad con una elettronica semplice e lineare ma abbastanza nuova all’ascolto. D’accordo con Max Lambertini e la (R)esisto Distribuzione, l’etichetta che ci supporta durante questa fantastica avventura, abbiamo scelto di pubblicarlo come biglietto da visita della band. Il testo è immediato di facile fruizione, ma riteniamo né banale né troppo scontato. Insomma, un buon apripista per idee più elaborate.

In scaletta anche Your Only Brother, l’unico pezzo in inglese. Ne parliamo? E già che ci siamo, da dove arriva l’intro?

Marcella: Io ho sempre riconosciuto alla lingua inglese immediatezza e fluidità quando usata nella musica e ho sempre apprezzato la sua internazionalità perchè favorisce almeno in parte la conoscenza di mondi e culture diverse. L’altra mia passione è sempre stata il viaggio. Ho studiato Lingue e Letterature straniere partendo proprio da queste motivazioni. Quando ho ascoltato la musica di Your only brother l’ho associata immediatamente alla ipotetica sigla di una serie televisiva sullo stile di Dark (quella mi pare sia di Apparat!). Pertanto, è stato scontato associare il testo all’inglese, per la sua globalità e capacità di concentrare i messaggi e veicolarli in fretta. Avevo appreso da poco dell’uccisione di un indio che lottava per difendere la foresta amazzonica dai soprusi di Bolsonaro (peraltro sono morti nello stesso periodo e per la stessa ragione anche un 14enne combattente e un indigenista brasiliano e un giornalista inglese e chissà quanti altri). L’intro non è altro che la notizia del suo assassinio su una Tv americana. Volevo richiamare l’attenzione sulla totale indifferenza davanti a questa immensa strage silenziosa.

La canzone che per qualche motivo preferite? A me piace molto Il Narcisista: ritornello molto catchy e buon ritmo…

Marcella: Il Narcisista è cara anche a me non solo per i motivi che citi, ma per il fatto che nasconde dietro l’apparente leggerezza di ritmo e ritornello una tematica ben più seria e spesso sottovalutata. Anche questa canzone parte da una esperienza personale, che mi è tornata in mente mentre guardavo un programma televisivo. Anche 21 Agosto, Tra migliaia di silenzi, Amiche da sempre sono molto autobiografiche per cui le sento più vicine. Elisa e Federico è sempre un pugno nello stomaco. Comunque, quando ascolto l’album mi rendo conto che tutti e undici i brani mi creano emozione e mi trasmettono una sensazione di appartenenza.

Enrico: concordo con Marcella: sono affezionato ad ognuna di queste canzoni. Peraltro, il fatto di averci lavorato dall’inizio alla produzione finale mi ha legato indissolubilmente a loro…Sicuramente Tra migliaia di Silenzi e Come quando fuori piove mi emozionano particolarmente.

Attività live?

Enrico: al momento non abbiamo ancora nulla di pianificato. Ci lavoreremo con Max Lambertini. Ci stiamo organizzando per preparare il set live, ma immaginiamo che tutto prenderà forma in Primavera/Estate.

Una cosa che non vi ho chiesto, ma che vorreste dire?

Marcella: Mi piacerebbe dire che la musica a mio avviso è un mezzo potentissimo per veicolare idee, emozioni e messaggi. E quando lo si fa con onestà e convinzione, senza scendere troppo a compromessi, il risultato sarà sicuramente buono. E che nel fare questo bellissimo viaggio bisogna saper scegliere le persone adatte a te. Condividere con le persone giuste, serve a godere ancora di più di quel bel risultato!

Enrico: Cercate ed esplorate sempre, perché la musica (e non solo quella) che ha ancora qualcosa da dirvi, va rovistata tra gli angoli nascosti della società.

Nicola: Vorrei solo dire la musica è dentro a ogni persona, basta trovare qualcuno con cui condividere la passione. Io mi sento fortunato ho incontrato Enrico e Marcella.

Salutate i lettori di MDN, lasciando anche tutti i vostri link di riferimento…

Ciao ragazzi, grazie per l’accoglienza. Bellissima intervista… di questi tempi trovare redazioni che si soffermino sul tuo lavoro, che ascoltino i brani con la giusta attenzione e che diano spazio alla conversazione e ai dettagli della tua produzione, non è scontato!

Quindi il saluto per i vostri lettori è: continuate ad ascoltare buona musica, soprattutto se consigliata da questa fantastica redazione.

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Grazie mille!
Nicola, Marcella ed Enrico

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