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“Troppo Cattivi” di Cristiano Dalianera

Film d’animazione del 2022 per la regia di Pier Perifel. đź”” RECENSIONE SENZA SPOILER đź””

C’è un gruppo di scaltri ed inafferrabili criminali in città: Mr Wolf, Mr Snake, Mr Piranha, Ms. Tarantula e Mr Shark: insieme sono la gang dei TROPPO CATTIVI!
Il loro piano è semplice: rubare tutto ciò che è possibile e svignarsela senza lasciare traccia, ma quando mettono gli occhi su un prezioso premio destinato a un porcellino d’india filantropo la situazione prende una piega inaspettata.
Messi alle strette dovranno rigare diritto e diventare TROPPO BUONI, ma nel tentativo di dimostrare a tutti di potercela fare la situazione precipita e le cose iniziano ad andare terribilmente storte!

Devo ammettere di essermi accostato alla pellicola con una certa diffidenza: quando ho letto i nomi de doppiatori della versione italiana – tra tutti Francesco De Carlo, Valerio Lundini e Margherita Vicario – ho pensato quello che si pensa in questi casi: perchĂ© chiamare degli attori, per quanto simpatici, a fare il lavoro dei doppiatori professionisti?
In genere succede per due motivi: o perché il prodotto da doppiare è di infima qualità e allora si cerca di richiamare l’attenzione del pubblico scrivendo in grande “CON LE VOCI DI” sul cartellone, oppure perché né la produzione né la distribuzione hanno un’idea chiara del prodotto che hanno sottomano, e allora cercano di caratterizzarlo nel modo più semplice e fruibile.
Per questo film siamo davanti alla clamorosa, quanto rara, terza ipotesi: la scelta azzardata ma consapevole. La direzione del doppiaggio è stata affidata al magico e mefistofelico Carlo Cosolo, che si è dimostrato capace di tirare davvero fuori il sangue dalle rape e di una varietà pregiata a basso contenuto di colesterolo!

E vengo adesso al film: il debutto da regista per il francese Pierre Perifel, che ha un background in ambito animazione grosso così, aggiunge al catalogo Dreamworks un’ ottima commedia d’azione adatto ad un pubblico di grandi e piccini.
Il soggetto del film gira tutto intorno al piĂą classico dei Bad Bunch, e riesce anche grazie alla ispirata sceneggiatura di Etan Cohen (Idiocracy e Madagascar 2) a rimescolare efficacemente le carte in tavola e mettere in scena una storia avvincente e ben strutturata.
Anche se il risvolto morale è semplice e riproposto in molteplici salse – mai fidarsi delle apparenze – questa volta è l’ambientazione a fare la differenza. Il gruppo di protagonisti, capitanati dal carismatico Mr. Wolf, è in pieno stile pulp, ma di quel pulp tipico di Quentin Tarantino. La scena di apertura, il dialogo nella caffetteria fra Mr Wolf e Mr. Snake prima della rapina, è probabilmente la cosa piĂą tarantiniana che vedrete mai in un film d’animazione.
E poi c’è l’atmosfera da spy-story alla Misson Impossible, qualche spruzzata di James Bond, un paio di chicchi di Simon Templar per chi se lo ricorda, e la rievocazione occasionale di The Blues Brothers.

La realizzazione, in termini puramente tecnici, è impeccabile: la migliore dell’ultimo anno a mani basse, con una miriade di personaggi a schermo, fondali bellissimi, espressioni curate e uno stile che pur riproponendo certi stereotipi riesce a non essere mai banale e a restituire un quadro d’insieme omogeneo per la felicità degli occhi.
L’animazione è, in assoluto, la parte migliore del film: è in grado di rendere giustizia a tutte le scene dove domina l’azione pura, senza compromessi di sorta.

Il lavoro di approfondimento dei personaggi non è perfetto ma almeno non è lasciato a mezz’aria e tradisce una genesi più strutturata: il film è infatti l’adattamento dell’omonima serie di romanzi per ragazzi di Aaron Blabey composta da 14 volumi, di questi solo 4 sono editi in Italia.
Le musiche di Daniel Pemberton tengono il passo e accompagnano i 100 minuti di durata con piacevole leggerezza: c’è un’unica canzone “cantata” che fa la sua degna figura.

Lo spirito del film è, anche se non esclusivamente, l’evocazione di una certa poetica “brat pack” (che è sempre cosa buona e giusta, intendiamoci) ma che ad un certo punto, come ovvio che sia, la supera e la de-costruisce rendendo la ricerca di redenzione dei personaggi arzigogolata e buffa. Purtroppo è qui che la storia spezza il fiato: anche se in linea con le scelte di sceneggiatura, le peripezie dei protagonisti non sono mai buffe “abbastanza”. Le evoluzioni non nascono da veri contrasti ma solo da situazioni, che a lungo andare sottolineano più che la scaltrezza del lupo la pigrizia dello sceneggiatore e che solo sul finale, in parte, ha un sussulto e rimette sui binari una narrazione che stava lentamente sfilacciandosi.
Ma il grosso del problema sta nella mancanza della tipica comicità slapstik così evocata dalla scelta di doppiatori che nella vita sono stand-up comedians di professione, e che anzi naufraga in qualche battutina sulle chiappe, scorregge mefitiche e una caratterizzazione simpatica ma nulla di più.
Un grosso fraintendimento che non mina certo la qualità del prodotto ma mortifica un po’ lo spirito della visione in chi, come me, si aspettava Zootropolis con Re Julian.

Veloce, scoppiettante, tecnicamente eccellente ma non scompisciante! VOTO: Tre ciaKKini e mezzo 🎬🎬🎬 e 1/2, per la migliore animazione del 2022 (fino ad ora) che lascia però a casa più risate di quelle che porta in sala.

Cristiano Dalianera 13/05/2022

Vuoi ascoltare la recensione in podcast? Clicca qui:

https://youtu.be/4UZn3al6X9E

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