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Una seduta dallo Juventino logo – Una rosa competitiva

 

 

 

Articolo di Marco Prece

 

3 gol subiti, 2 partite, 1 punto. L’Udinese è sicuramente un’ottima squadra ma i tempi in cui Bierhoff e Marcio Amoroso facevano impazzire i tifosi friulani o quelli in cui Alexis Sanchez e Isla portavano l’Udinese in Europa sono ormai lontani. Anche l’Empoli è una squadra solida che giocherà di sicuro un ottimo campionato, ma è difficile immaginare che una neopromossa possa vincere meritatamente allo Stadium. Un inizio devastante per risultati e (non) gioco espresso. Possiamo dire che la Juventus ha bisogno di tempo per riprendersi dal (non) gioco del giro-palla a due tocchi e della costruzione dal basso che per due anni i filosofi Sarri e Pirlo ci hanno proposto. Possiamo dire che è colpa di Allegri i cui esperimenti hanno mandato ancor più in confusione una squadra già di suo disorganizzata. Oppure possiamo ragionare sulle parole di Cherubini ad inizio stagione: “Mercato? Rosa già competitiva”. E’ questo il dubbio più grande. Perché se Cherubini aveva ragione e se è vero che Pirlo l’anno scorso è riuscito a perdere uno scudetto con una rosa in grado di vincerlo anche senza allenatore in panchina (o addirittura con Sarri in panchina), allora non ci resta che aspettare, fiduciosi, che Allegri dia una svegliata ai ragazzi. Ma se Cherubini aveva invece torto, se De Ligt continuerà ad essere solo l’ombra (e a tratti nemmeno quella) del leader difensivo affidabile che si vide ad Amsterdam, se Rabiot continuerà a camminare a centrocampo per poi mettersi le mani nei capelli dopo aver perso palla invece di rincorrere e mordere le caviglie degli avversari, se Bentancur continuerà ad essere il ragazzino che sorride contento per aver giocato contro il Real Madrid invece di arrabbiarsi per la batosta ricevuta (0-3 per il Real Madrid), se Kulusevsky continuerà a nascondersi invece di prendere palla, dribblare, fare assist e calciare in porta, se McKennie non smetterà di mangiare cibo americano, se De Sciglio e Rugani continueranno ad essere inutili anche come riserve, se Bonucci non comincerà a parlare di meno e a difendere di più (e meglio), se Bernardeschi continuerà a provare o non provare la giocata (tra le due scegliere non saprei), se Morata continuerà a non vedere la porta nemmeno sotto tortura, se Ramsey non smetterà di essere più presente in infermeria che in mezzo al campo, se Szczęsny non riprenderà a parare e, soprattutto, se Dybala non comincerà a comportarsi da capitano e da numero 10 (qualcuno ha nominato Baggio, Del Piero o Tevez?), allora, non ci resta che cominciare ad abituarci ad un’altra stagione di “transizione”. Questa volta non in attesa di un fantomatico bel gioco, ma in attesa di ritrovare quella grinta e quello spirito combattivo che ci ha resi la squadra più vincente in Italia e tra le più vincenti in Europa. In attesa di ritrovare quella voglia di vincere che anche Sir Alex Ferguson ci invidiava. In attesa di ritrovare la Juventus.
Ebbene, non ci resta che aspettare… con halma.
Un saluto a tutti dallo Juventinologo e alla prossima seduta.

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