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Genova (2013), piazza De Ferraris – “stavo imparando”.

 

 

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Foto facili e come sbagliarle.

 

Per chi non è di Genova, questa è la bella piazza De Ferraris.

La foto è del 2013 per cui ho la scusante del: “stavo imparando”.

 

In verità io ero andato in giro per Genova con la precisa intenzione di fotografare da angolature diverse soggetti ovvi.

Per quanto possa sembrare difficile esser originali con un soggetto stra fotografato, esiste la possibilità di esprimersi con successo o sfiorando un bel risultato come in questo caso mio.

 

La ricerca dell’originalità in uno scatto non deve esser secondo me il vero obiettivo, in quanto ricercare una forma alternativa a tutti i costi genera uno stato d’ansia, mentre è più facile generare una foto originale quando altre emozioni entrano in gioco, e non necessariamente positive.

 

Molto più divertente e stuzzicante il cercare di esprimere una visione diversa andando in caccia delle varie possibilità che si presentano.

 

Torniamo alla foto:

 

Macchina su cavalletto poggiata davanti all’ angolo dei gradini per dividere in due bisettrici la piazza tempi lunghi 1.6 secondi per creare il velo sulla fontana, una composizione bilanciata e ben esposta. Il risultato è una espressione delle potenzialità tecniche del fotografo e della macchina e nulla più.

 

Ma c’è ancora un elemento da esaminare: quella figura mossa accanto alla fontana.

La foto poteva aver un altro spessore se solo avessi aspettato un poco a fotografare. Perché quella persona dopo, mentre io già smontavo e non potevo più scattare; aveva preso la posa del fotografo che guarda nel mirino stando fermo creando una forma ben più leggibile.  Diversamente avrei potuto andar a chieder se si collocava un attimo in posa per me e valutando al volo la sua disponibilità osare e chiedergli di collocarsi sulla linea ipotetica che dallo spigolo a terra va alla fontana, mettendo il cavalletto nel cerchio di pietre e stando lui ricurvo fuori dal cerchio.

 

Spero di riuscire a spiegarmi ma il concetto è che una persona che evoca una azione in mezzo alla solidità data dal terreno e palazzi, diventa suggestiva da vedere.

 

Avere una figura che richiama una gestualità riconoscibile , pur essendo a malapena intellegibile avrebbe conferito una sorta di dettaglio in grado di rivelare il senso completo della foto. Si sarebbe cioè applicato il principio Gestald dell’ emergenza

 

 

In quel modo avrei ottenuto una foto davvero originale della piazza. Semplicemente con un po’ di cortesia e faccia tosta, il cercare tecnicismi perfetti perdendo di vista quello che da efficacia porta a sterili esercizi come è successo a me.

 

 

Pestarino Roberto.

www.fotorobit.it

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