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Il canto delle manere Mauro Corona

 

 

A cura di Carla Murialdo

 

 

 

Ammetto che conoscevo Mauro Corona solo come opinionista televisivo, uomo colto, molto originale famoso soprattutto per i suoi siparietti con la Berlinguer. Il canto della manera è la storia di Santo Corona della Val, nato negli ultimi anni dell’Ottocento a Erto, allevato dai nonni; suo padre boscaiolo, morto tragicamente in un incidente segna il suo destino. In una valle dove tutti fanno i boscaioli anche lui farà il boscaiolo. Mi ha colpito la quantità di incidenti in cui questi uomini incorrono, facendo fini atroci. Spesso gli incidenti vengono descritti con una gran quantità di particolari. (A volte ne potremmo fare anche a meno) La vita di queste persone è segnata dalla fatica e dalle privazione, ma le donne vivono sicuramente peggio. Spesso succubi di uomini rozzi, per molti mesi sole a tirare su i figli,  poi nei mesi invernali obbligate a sottostare alle voglie ossessive di questi uomini costretti ai riposi invernali. Libro che descrive una realtà cruda; lo scrittore propone una cronaca dei tempi passati che lui dimostra di conoscere molto bene. Autore sicuramente da approfondire.

 

La manéra è la scure dei boscaioli di Erto. Nessuno come Santo della Val, che abbiamo già incontrato in Storia di Neve, ne conosce il filo della lama, l’equilibrio del manico, nessuno come lui sa ascoltare il canto che si alza dalle manére quando i boscaioli entrano a far legna nei boschi. Santo è il migliore tra di loro, il bosco è la sua vita, ma la violenza del sangue lo costringe alla fuga dal paese per cercare fortuna tra le ricche foreste dell’Austria. Nuovi amici e nuovi amori, pentimenti e bramosie dell’animo, finché Santo, dopo l’eccezionale incontro con il grande scrittore Hugo von Hofmannsthal, sentirà imperioso il richiamo della propria terra.

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